Cambridge Analytica: al via class action da 8 miliardi contro Meta. In aula anche Zuckerberg

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Prende il via negli Stati Uniti il processo relativo alla class action intentata da un gruppo di investitori contro Meta e i suoi vertici, attuali ed ex, tra cui il ceo Mark Zuckerberg e l’ex coo Sheryl Sandberg. Al centro della causa, lo scandalo sulla privacy legato alla società di consulenza politica Cambridge Analytica.

Gli azionisti sostengono che Meta non avrebbe informato in modo adeguato i mercati sui rischi derivanti dall’uso improprio dei dati personali degli utenti di Facebook da parte della società, che collaborò con la campagna presidenziale di Donald Trump nel 2016.
Secondo l’accusa, l’azienda avrebbe inoltre violato ripetutamente l’accordo di consenso siglato nel 2012 con la Federal Trade Commission (FTC), che imponeva a Facebook di ottenere il consenso esplicito degli utenti prima di raccogliere e condividere i loro dati.

Lo scandalo e le sue conseguenze

Le conseguenze dello scandalo furono pesanti. Facebook accettò nel 2019 di pagare una multa da 5 miliardi di dollari alla FTC, la sanzione più alta mai imposta dall’autorità americana per violazione della privacy; successivamente ha patteggiato un risarcimento da 725 milioni di dollari con gli utenti coinvolti.

Ora gli investitori chiedono che Zuckerberg e gli altri dirigenti rimborsino alla holding social tutte le spese legali e le sanzioni sostenute in seguito allo scandalo, per un totale stimato in oltre 8 miliardi di dollari.
Tra i testimoni previsti ci sono lo stesso Zuckerberg e Sandberg, che ha lasciato Meta nel 2022 dopo 14 anni alla guida operativa della società.