Pietro Labriola (foto LaPresse)

Tim, Labriola: con accordo su Rete piano per crescere, con innovazione e servizi

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Il nuovo piano di Tim, a marzo del 2024, “sarà un piano che ridarà un respiro strategico e industriale al gruppo”. E’ la convinzione con cui l’ad della telco, Pietro Labriola, ha raccontato in una lunga intervista – oggi su Repubblica – i progetti per la società dopo l’accordo per la cessione della rete siglato qualche settimana fa con Kkr.

Piano per crescere, non solo sopravvivere

“Grazie alla vendita della rete, non sarà più un piano di sopravvivenza”, ha spiegato. “Anzi possiamo riaccelerare e crescere anche attraverso acquisizioni. Non dico che annunceremo qualche operazione a marzo, ma comunicheremo una struttura finanziaria che ci permetterà di valutare diversi percorsi”.
Secondo Labriola, benefici ci saranno anche per gli azionisti. “Oggi una politica di dividendi, per esempio, è ancora impensabile, ma dopo il closing avremo una struttura di capitale solida (rapporto debito/Ebitda inferiore a 2 volte) che ci permetterà di guardarci intorno con un’altra prospettiva. Magari anche per operazioni sul capitale: il nostro è di 11 miliardi, quando quello di Enel è di 9 miliardi”.

“Stiamo studiando diverse opzioni, ma di certo, ha continuato, non saremo più in una gestione di emergenza. Dobbiamo razionalizzare, abbiamo più di 120 scatole societarie che non hanno più senso o partecipazioni che non sono strategiche”, ha detto ancora, rimarcando che, senza vendiata della Rete l’alternativa, per affrontare il debito, sarebbe stata “fare un aumento di capitale, che però nessuno voleva fare”. 

Più innovazione

«La nuova Tim, ha continuato, potrà concentrarsi più di oggi su innovazione tecnologica e servizi e avrà due divisioni, la Consumer e la Enterprise. La prima sarà basata sull’offerta al mercato retail, quello in cui la competizione è più agguerrita, dove, secondo noi, è auspicabile un consolidamento. Qui abbiamo l’obiettivo di essere leader puntando sui servizi. A gennaio lanceremo la nuova versione della nostra app, che ha già circa 10 milioni di utenti. Sarà più user friendly, sia nelle operazioni semplici come la ricarica del telefono e il cambio dei piani tariffari, ma anche nella gestione diretta dei problemi che un cliente può incontrare. Snelliremo i contratti, useremo un linguaggio più diretto con la clientela e semplificheremo le pratiche”.

Il futuro del Cda e i rapporti con Vivendi

Sul rischio di uno stop all’operazione di vendita della rete in caso di cambio del management con l’assemblea del prossimo anno, Labriola ha spiegato che “non esiste una clausola di way out”.
Su un suo eventuale rinnovo, Labriola ha detto di “essere a disposizione”. “Spetterà al board valutare se presentare una propria lista di candidati. Dopodiché si attiveranno tutte le procedure previste per arrivare all’assemblea”, ha aggiunto.

E sulla difficile ipotesi che Vivendi, socio di maggioranza di Tim sostenga una lista proposta dal Cda, il maager ha detto: “sarebbe meglio trovare un accordo fra tutti”. “Abbiamo sempre lavorato in questa direzione e non smetteremo di fare gli interessi di tutti gli azionisti e provare a trovare un accordo che soddisfi tutti”.