“Guardiamo al futuro guardando con lo specchietto retrovisore”, dice il manager di Tim. Mentre l’ad di Windtre punta il dito sull’Ue
Sul fairshare, l’equo contributo che le tlc chiedono agli Ott, se ne discute da mesi, ma ora non c’è più tempo. E’ la posizione che l’ad di Tim Pietro Labriola ha sostenuto a ComoLake, a pochi giorni di distanza dall’invio di un appello sul tema all’Ue, da parte delle telco del Vecchio Continente.
“Vanno definite nuove regole e rapidamente, ci stiamo dicendo che gli scenari cambiano velocemente; non possiamo aspettare 2 anni per un’analisi di mercato perchè fra due anni rischiamo di non esserci più”, ha spiegato il manager, tra i firmatari della lettera.
“Guardiamo al futuro guardando con lo specchietto retrovisore. Le tlc prima erano un’industria verticale senza nessun processo tech. Oggi viviamo in un contesto in cui qual è differenza tra Ott e altri servizi delle tlc? Mi dovete spiegare perché Whatsapp non ha nessun tipo di regola sulla modalità di erogazione dei servizi, di utilizzo della banda, mentre noi tlc siamo inquadrati in normative che fanno riferimento a un passato che non esiste più”, ha continuato, citato da Ansa.
Corti (WindTre) duro: l’Europa ha chiaramente fallito
Sulla questione ha preso posizione anche l’ad di Windtre Gianluca Corti. “Le politiche europee degli ultimi venti anni sono state fallimentari. L’Europa aveva i più grandi operatori e costruttori di rete, oggi i più grandi sono americani e i costruttori da 4-5 giganti sono diventati due. I grandi player del digitale son tutti statunitensi. L’Europa ha chiaramente fallito”.

Corti, l’ad di Windtre non fa sconti: “Oggi ci troviamo in una situazione in cui il modello di business è: le Telco investono e gli Ott fanno ricavi. C’è un notissimo Ott che ultimamente ha lanciato un’offerta 4K. Al cliente finale (al cliente finale, rpt) costa 5 euro, a noi raddoppia il costo operativo perché usa il doppio della banda. Noi abbiamo il raddoppio dei costi, poi se non funziona bene il cliente chiama noi perché gli Ott non hanno il call center”. “Bisogna trovare un modello sano in cui gli Ott continuano a fare loro business e svilupparsi ma in qualche modo una parte di investimento richiesto alle Telco sia retribuito. Altrimenti noi paghiamo e loro guadagnano: è un modello che a lungo termine non può funzionare” conclude.