Il manager fiducioso sulle tempistiche dell’operazione. Il cda è nel giusto, dice agli analisti, pronto alla battaglia legale.
“Non risultano ad ora procedimenti”
Incontro con gli analisti per i vertici di Tim, dopo la presentazione dei conti trimestrali che, battendo le previsioni, hanno registrato ricavi ed ebitda in crescita. E tra i temi più dibattuti non poteva che esserci il recente accordo che la telco ha siglato con Kkr per la cessione della Rete.
Accordo una “pietra miliare”
“Lo scorso fine settimana il nostro CdA ha preso una decisione che è una ‘pietra miliare’, crediamo che non solo risolverà strutturalmente il problema della leva finanziaria che la società si trascina da più di 20 anni, ma ci permetterà anche di trasformarla in un gruppo sostenibile con un profilo regolamentare più leggero nella Domestic Unit e con la capacità di allocare risorse su business in crescita in Italia e Brasile”, ha spiegato l’ad Pietro Labriola.
Labriola fiducioso sui tempi
Il manager ha ribadito che il closing avverrà nell’estate del 2024: “è prevista tra fine maggio – fine luglio”. “Non sono previsti scostamenti rispetto al calendario indicativo che avevamo comunicato in precedenza, poiché non prevediamo alcun ostacolo alle approvazioni”, ha detto. Precisando poi: “in effetti, ci sono solo due condizioni sospensive, l’antitrust e il golden power, in base alle quali riteniamo che il rischio di esecuzione sia gestibile”.
L’ad di Tim Pietro Labriola ha spiegato anche perchè, in base al diritto italiano, il cda aveva la responsabilità della decisione su Netco e “agli azionisti che ritengono che il Consiglio non avesse i poteri per compiere l’operazione, spiegheremo perché si sbagliano e, qualora così fosse, siamo pronti a farlo in Tribunale, dove siamo certi che le conclusioni di il nostro Consiglio sarà confermato. Ecco perché non consideriamo il rischio che la transazione venga ritardata o bloccata”.
Valore economico e Sparkle
L’offerta finale di Kkr, ha aggiunto, “ha un enterprise value migliorato di 3 miliardi dalla prima offerta non vincolante nonostante peggioramento condizioni macroeconomiche”.
L’ad di Tim ha fatto il punto sul piano di separazione che ora “procede su due filoni paralleli” quello di Netco e quello di Sparkle, sulla cui trattativa per ottenere una valorizzazione migliore – entro il 5 dicembre – “siamo fiduciosi”, ha rimarcato.
ServiceCo player più infrastrutturato
Anticipando le domande su ServiceCo, Lbriola ha spiegato che dopo la vendita di NetCo, “sarà ancora il player più infrastrutturato del mercato italiano”. “Possiederà e gestirà la rete mobile abbinata al miglior portafoglio di spettro, alla più grande infrastruttura di data center, al backbone IP, agli IRU IIndefeasible Right of use) per il Peer to peer, il trasporto e il backhauling. Ciò rappresenta un forte vantaggio competitivo”.
ServiceCo “sarà finanziariamente forte per competere come piccola società di servizi incentrata sul cliente in Italia e Brasile”, ha aggiunto.
In patria, Tim non sarebbe più integrata verticalmente e questo si tradurrebbe nell’applicazione della stessa regolamentazione a tutti gli attori del mercato, compresa la stessa Tim. Inoltre, continuerà a sfruttare infrastrutture significative”.
Target debito vicino
Guardando poi nel dettaglio alla trimestrale, Labriola ha detto: “stiamo raggiungendo l’obiettivo principale che era stato definito solo un anno fa quando presentammo il nostro piano di separazione approvato all’unanimità dal CdA allora in carica, raggiungendo a parità di perimetro il target dichiarato di leva finanziaria, con condizioni macro che avevano peggiorato da allora”.
“Considerando i fattori positivi che finora si sono manifestati come previsto e che accelereranno nel quarto trimestre a livello nazionale, le previsioni per l’intero anno sono confermate. Sarà il secondo anno consecutivo a mantenere ciò che abbiamo promesso, cosa mai accaduta in diversi anni”.
A marzo Capital Market Day Tim
In chiusura, Labriola ha dato l’appuntamento “a metà febbraio con i conti e a marzo per il Capital Market Day”. “Sono passati meno di 2 anni per mantenere le promesse fatte (con il precedente piano, ndr), i dati sono quelli che vi mostrammo allora” con “un rimbalzo della gestione operativa e insieme la più grande operazione delle tlc, in un momento in cui il contesto dei tassi di interesse è cambiato”.
“Il risultato di oggi, ha aggiunto, con un miglioramento di 300 milioni sull’ebitda è stato quasi neutralizzato dall’aumento tassi, possiamo migliorare la redditività il più possibile ma se non miglioriamo debito è difficile”.