Lirio Abbate, inviato di Repubblica, racconta in ‘Demoni’ – e qui lo spiega ai lettori di Primaonline – cosa è oggi il mondo della malavita romana. Una mappa del potere nella Capitale, un quadro preciso e per certi versi preoccupante dove tutto ruota attorno al mondo della droga, ovvero denaro, potere, infiltrazioni nei settori pubblici. E i protagonisti sono mafiosi locali ma anche pericolosi boss albanesi che non hanno paura di niente.
“Sono ‘Demoni’ quelli che occupano l’economia della capitale, che dopo averla inquinata adesso l’hanno invasa. E nei ‘Demoni’ ci sono mafiosi, narcotrafficanti, terroristi ed estremisti tutti insieme a Roma. Perché tutto ruota attorno alla droga che a sua volta significa denaro, denaro significa potere, potere significa capacità di rafforzamento dell’organizzazione criminale dal punto di vista militare, significa infiltrazione nella pubblica amministrazione. E il traffico di droga e il denaro che ne deriva genera corruzione.
Si arriva a parlare di ‘Demoni’ perché c’è stata in precedenza ‘Mafia Capitale’ che si è trasformata nel mondo di mezzo di Massimo Carminati, uno dei re di Roma. Ecco, da quell’esperienza del clan del ‘cecato’ che ripercorro nel libro, si arriva ad un altro re di Roma, Michele Senese.
E da qualunque lato ci giri si arriva non solo alla violenza ma soprattutto alla corruzione. In più settori. Basterebbe avere sentito parlare del traffico di droga come anticipazione della corruzione, come creatore di corruzione e infiltrazione, per chiudere definitivamente ogni tavolo di discussione politica su possibili riforme finalizzate a ridurre i poteri di lotta contro la corruzione e il traffico degli stupefacenti e conseguentemente anche contro le associazioni mafiose. Nella Capitale si trova di tutto. C’è il riciclaggio e l’enorme capacità di reinvestire, perché qui non si tratta più di infiltrazione ma di occupazione del sistema finanziario e del sistema economico. E tutti i fatti di sangue si inseriscono in dinamiche legate al traffico degli stupefacenti. Ci sono anche le organizzazioni criminali albanesi che premono per allargare il proprio raggio di azione.
Come e più di quelli storici, i nuovi boss sono spietati. Però non rispettano le vecchie regole, e non hanno il gusto e la predilezione per il basso profilo della mafia storica. Anzi. Vogliono far vedere che non hanno paura di niente. E non si fermano nemmeno se davanti hanno un magistrato che fa il suo dovere, e in questa storia ne abbiamo alcuni, ma è su uno in particolare, Francesco Cascini, su cui gli albanesi puntano la loro attenzione, tanto da ordinare armi e munizioni capaci di sfondare le auto blindate su cui viaggia con la scorta. Quasi come se tutto fosse una prova di coraggio.
I clan napoletani e la ’ndrangheta da sempre riflettono con attenzione prima di colpire un uomo dello Stato, lo fanno anche a Roma. I boss che vengono dall’Albania invece non credono a queste consuetudini, oppure se ne fregano.
Questa storia di ‘Demoni’ ha diversi protagonisti, come Michele Senese che sorveglia i flussi della droga, tratta gli acquisti, controlla le piazze di spaccio, evita che qualcuno diventi troppo potente, si accerta che ognuno paghi quello che deve. E ordina uccisioni per vendetta.
E Roma non vuole un capo, di capi ne tollera parecchi, purché siano in grado di tutelare la propria posizione e il proprio prestigio.
Questo viaggio nei ‘Demoni’ è fatto di soldi e cocaina, sesso e sangue. Ma ci sono anche i violenti ultrà della Lazio, estremisti di destra e servitori corrotti dello Stato, come pure un principe romano che ama uccidere e vedremo il tradimento di chi è stato amico per vent’anni sotto la stessa bandiera.
Ma ci sono pure donne che invece ribaltano tutto, e lasciano sperare in un cambio positivo e di scelta di legalità”. (Lirio Abbate)