“I Cdr e i delegati delle redazioni Rai riuniti nel Congresso Usigrai a Sacrofano il 5 e 6 novembre ritengono non più rinviabile il confronto con il vertice dell’azienda sull’offerta informativa della Rai”.
È quanto si legge nel documento approvato all’unanimità dal sindacato guidato da Daniele Macheda, che si conclude con la richiesta all’azienda per “l’immediata apertura di un tavolo di confronto che porti alla definizione del piano per l’informazione della Rai”.
Tutte le criticità in Rai
“Servono risposte anche sui vuoti di organico, sul diritto alla mobilità interna e sul premio di risultato, disdettato unilateralmente dall’azienda senza alcun reale spazio di trattativa”, scrive l’UsigRai passando in rassegna le diverse criticità che il servizio pubblico sta affrontando.
“Il piano industriale presentato al sindacato – sottolinea il documento – non affronta i nodi relativi al futuro dell’informazione di servizio pubblico. Scelte fallimentari di questo vertice stanno incidendo negativamente sull’offerta complessiva della Rai con riflessi ormai quantificabili in termini di perdita di ascolti anche per i telegiornali.
La Radio – e in particolare Radio1 – ha ormai esternalizzato diversi programmi di informazione erodendo, così, spazi di approfondimento e risorse economiche alle giornaliste e giornalisti del Giornale Radio. Manca completamente un progetto sull’informazione digitale che definisca l’organizzazione e le figure professionali necessarie a garantire autorevolezza e affidabilità dell’informazione sui social. Bisogna tutelare e rafforzare il ruolo delle sedi estere di corrispondenza che rappresentano la proiezione internazionale del giornalismo di Servizio pubblico”.
Per l’Usigrai, “è necessario confermare un presidio informativo ormai unico nel panorama nazionale. Si tratta nell’insieme, come ha scritto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’apertura degli Stati Generali della Rai ‘di essere riconosciuti dai cittadini come fonte ispirata da valori di indipendenza, autonomia, libertà e molteplicità di voci’.
L’organico
Gli ultimi interventi del governo, mirati a ridurre le spese per gli investimenti sul personale Rai, vanno in una direzione diversa e rappresentano un vulnus anche rispetto all’European Media Freeedom act che entrerà in vigore il prossimo anno e mettono una grave ipoteca sul futuro della Rai, sconfessando di fatto il piano industriale. Nessuna trasformazione in media company potrà realizzarsi senza un investimento sulle professionalità chiamate a realizzarle”.
“Da anni la Rai non sostituisce le colleghe e i colleghi che vanno in pensione con un impoverimento del prodotto e delle professionalità. Da anni non sostituisce le colleghe in maternità facendo ricadere su di loro la responsabilità dei maggiori carichi di lavoro nelle redazioni.
In questo quadro – si sottolinea ancora nel testo – resta senza risposte anche la richiesta forte del sindacato di una nuova selezione pubblica per colmare i crescenti vuoti di organico nelle redazioni e garantire la mobilità interna. Parallelamente occorre procedere alla stabilizzazione di chi da anni svolge attività giornalistica per l’azienda con i contratti più diversi, ma senza diritti. È contro i principi della Costituzione alimentare con i soldi pubblici il precariato”.