Le migrazioni internazionali sono cresciute del 62% dal 2000 ad oggi. Piccola la minoranza dei migranti irregolari. La Ue – che ospita il 20% dei 281 milioni di migranti a livello globale – ha registrato l’aumento relativo più alto nel numero di rifugiati, con un +183%. Crescono anche le richieste di asilo.
Ogni anno il Joint Research Center (Jrc) della Commissione Europea edita l’Atlante delle migrazioni con il duplice scopo di offrire le conoscenze necessarie a chi nella Ue deve progettare politiche efficaci e responsabili nel campo della migrazione e di informare in modo corretto il pubblico combattendo pregiudizi e confusione sulle proporzioni e dinamiche di tale fenomeno.
Il valore dei dati per comprendere la migrazione
L’Atlante fornisce i dati più recenti e costantemente aggiornati sulla migrazione per i 27 stati membri dell’Ue e per 171 paesi e territori in tutto il mondo, raccogliendoli da fonti come Eurostat, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, la Direzione Generale della Commissione Europea per la Migrazione e gli Affari Interni, la Banca Mondiale, ecc.
“Più che una semplice pubblicazione, è la testimonianza del valore dei dati e dell’analisi rigorosa nel fare luce sulla natura multiforme dei movimenti migratori” ha sottolineato Bernard Hagenmann, direttore generale ad interim del Jrc.
La crescita della migrazione globale e l’impatto sull’UE
Si contano oltre 281 milioni di migranti internazionali nel mondo, un aumento del 62% dal 2000. Questi numeri testimoniano una crescita costante della migrazione, che ha viaggiato a un ritmo doppio rispetto alla crescita della popolazione mondiale (+30%). L’Unione Europea, con il 20% della popolazione migrante globale, ospita circa 55 milioni di migranti. Un fenomeno che non si limita ai flussi di lavoro, ma include anche una crescente ondata di rifugiati, che dal 2020 hanno visto un aumento di oltre 10 milioni a livello globale.
Nel 2023, l’UE ha registrato l’aumento relativo più alto nel numero di rifugiati, con un +183% rispetto al 24% in Africa e al 27% in Asia.
Sebbene politici e media parlino spesso di migranti irregolari, le stime disponibili mostrano che essi rappresentano solo una piccola minoranza rispetto ai titolari di permessi di soggiorno regolari. La Polonia, la Germania e la Spagna hanno rilasciato quasi la metà dei permessi di soggiorno di prima emissione, che ammontano complessivamente per il 2023 a 3,7 milioni.
I permessi rilasciati per motivi familiari, come il ricongiungimento familiare, rappresentano la categoria più ampia con il 36,8%, mentre quelli concessi per esigenze di protezione internazionale corrispondono solo al 9,2% circa del totale, pur avendo raggiunto i numeri record del 2016 e 2017, durante la guerra in Siria.
Nel 2023, l’Unione Europea ha visto un significativo aumento nelle domande di asilo, con oltre un milione di prime domande che provengono principalmente da nazioni come Siria, Afghanistan, Venezuela e Colombia, nessuna dall’Africa.
Per il protrarsi del conflitto in Ucraina, le persone che sono fuggite dalla guerra verso l’UE continuano a beneficiare della Protezione Temporanea. A settembre 2024, quasi 4,2 milioni di beneficiari risiedevano nell’UE (lo stesso numero di settembre 2023), principalmente in Germania (27%) e in Polonia (23%).
Come trasformare la migrazione in risorsa per i paesi di destinazione
L’Atlante fornisce un’analisi approfondita dei fattori che influenzano le decisioni migratorie, esplorando otto dimensioni principali: demografica, economica, ambientale, dello sviluppo umano, politico-istituzionale, della sicurezza, socio-culturale e sovranazionale. Questi elementi, che agiscono come motivi di spinta o attrazione, interagiscono in modi complessi, creando sistemi dinamici che evolvono nel tempo.

(Fonte: European Commission, Joint Research Centre, Atlas of Migration 2024)
La comprensione di tali fattori è essenziale per orientare la progettazione di vie legali e schemi di residenza che rispondano concretamente alle realtà migratorie e che possano rispondere anche alle necessità del mercato del lavoro nei paesi di destinazione, contribuendo alla loro crescita economica.
Foto: Bernard Hagenmann, direttore generale ad interim del Joint Research Center (Jrc) della Commissione Europea (Fonte: European Commission, Joint Research Centre, Atlas of Migration 2024)