Trump boicotta la cena dei corrispondenti della Casa Bianca

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Alla cena dell’Associazione dei Corrispondenti della Casa Bianca (Whca) i giornalisti hanno difeso la libertà di stampa in un clima di sobrietà con poche star rispetto agli anni passati e grande assente, per la seconda volta, il Presidente Trump.

La consueta cerimonia annuale in cui il presidente degli Stati Uniti si congratula con i giornalisti, si è svolta lo scorso sabato sera a Washington senza Donald Trump e senza la comica Amber Ruffin. Il suo intervento è stato cancellato dopo che Ruffin ha definito l’amministrazione Trump “una specie di branco di assassini” e dopo aver detto che nessuno voleva Trump alla cena.

Insolitamente pochi anche i funzionari della Casa Bianca e i membri del Congresso.

La difesa del Primo emendamento

“Non invitiamo i presidenti degli Stati Uniti a questo evento per loro stessi. Non li invitiamo per ingraziarceli o per ottenere favori, ma per ricordare loro che dovrebbero rispettare la stampa” ha detto Eugene Daniels, presidente della Whca.

“Noi giornalisti siamo tante cose (…) e sentiamo seriamente la grande responsabilità di essere custodi della fiducia pubblica. Quello che non siamo è l’opposizione, non siamo il nemico del popolo e non siamo il nemico dello Stato” ha proseguito Daniels, facendo chiaro riferimento ai recenti attacchi di Trump ai media.

I vincitori dei premi giornalistici assegnati durante la cerimonia hanno evitato critiche dirette al governo, ma si sono uniti nel difendere il primo Emendamento, che tutela la libertà di parola.

Trasparenza per ricostruire la fiducia nel giornalismo

Un momento di forte impatto è stato l’intervento di Alex Thompson di Axios, che, ritirando il proprio premio, ha ammesso gli errori dei media nella copertura della salute mentale del presidente Biden: “Abbiamo mancato una parte importante della storia e dobbiamo riconoscere le nostre responsabilità per ricostruire la fiducia nei media.”

Gli attacchi di Trump ai media

In questi primi mesi di presidenza, l’amministrazione Trump ha avuto numerosi scontri con la stampa: ha stabilito il taglio dei finanziamenti federali per le emittenti pubbliche Npr e Pbs, lanciato cause legali contro il network Cbs e il quotidiano Des Moines Register dell’Iowa per “interferenza elettorale sfacciata”, costretto Abc a pagare 15 milioni di dollari sotto minaccia di una causa per diffamazione. Ha inoltre smantellato l’emittente Voice of America, negato a Associated Press, Bloomberg e Reuters uno spazio fisso nel pool presidenziale e costretto alle dimissioni il direttore esecutivo di 60Minutes, Bill Owens, per mancanza di autonomia editoriale.

Foto (YouTube): Eugene Daniels alla cena Whca 2025