Alcuni migranti detenuti negli Stati Uniti sono stati informati dalle autorità che potrebbero essere deportati in Libia, un paese da cui non provengono e noto per gravi violazioni dei diritti umani.
A lanciare l’allarme sono stati gli avvocati degli stessi migranti, che hanno chiesto l’intervento di un giudice federale per bloccare le deportazioni.
Tra i migranti coinvolti ci sono cittadini di Vietnam, Laos e Filippine.
Secondo le denunce, alcuni sono stati messi in isolamento per costringerli a firmare documenti di rimpatrio verso paesi terzi, tra cui anche l’Arabia Saudita.
Il giudice Brian E. Murphy ha ordinato la sospensione immediata di qualsiasi deportazione verso la Libia, ribadendo che i migranti devono poter contestare in tribunale una rimozione che potrebbe metterne a rischio la vita.
Il governo libico, da parte sua, ha negato l’esistenza di un accordo per ricevere i deportati, mentre le Nazioni Unite continuano a denunciare abusi sistematici contro i migranti nei centri di detenzione libici.
Foto (Ansa): migranti