“Torino Cambia”: Fondazione CRT e Città di Torino insieme per uno spazio urbano curato e inclusivo

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Gli interventi sullo spazio urbano interesseranno tutti i quartieri della città per aumentarne sicurezza, accessibilità e attrattività.

Con un contributo straordinario di 32 milioni di euro la Fondazione Crt supporterà il piano strategico “Torino Cambia – Spazi che uniscono” che promette di restituire alla città nel 2027 una nuova veste.

“’Torino Cambia’ è un grande progetto di manutenzione straordinaria del suolo pubblico pensato per migliorare la qualità urbana e la vita di mamme, bambini, anziani, disabili negozianti e lavoratori. E’ un progetto democratico, perché interessa tutti i quartieri cittadini e perché si fonda sulla cura, concetto molto caro alla Fondazione, perché la cura del territorio significa che questo ha ancora più possibilità di essere attrattivo e quindi di svilupparsi” ha spiegato Anna Maria Poggi, presidente della Fondazione CRT.

“I 32 milioni di euro che mettiamo a disposizione della Città non intaccano né il patrimonio né le erogazioni previste nei prossimi anni per le attività ordinarie, perché fanno parte di un fondo da crediti fiscali residui che derivano da una legge dello stato, la 178 del 2020, di cui però solo nei primi mesi del 2025 le Agenzie dell’entrate hanno indicato i paletti entro i quali le fondazioni potevano operare” ha aggiunto Poggi, ribadendo che le fondazioni bancarie, per legge e per statuto, hanno l’obbligo di investire sul territorio, che per Crt, terza fondazione bancaria italiana, è quello torinese, piemontese e valdostano.

Il Sindaco: “Che una mamma possa portare al parco il figlio disabile è un valore”

“’Torino Cambia’ è un grande progetto per rendere Torino più accessibile alle persone disabili, più efficiente e quindi anche più competitiva a livello internazionale. Si tratta di migliorare concretamente la vita quotidiana dei cittadini intervenendo su strade, piazze, marciapiedi e spazi condivisi, con l’obiettivo di eliminare le barriere architettoniche. Le risorse che vengono attivate con la CRT sono 6 volte il valore che normalmente viene speso per queste attività in città, quindi davvero un fattore di alto impatto, che rappresenta un esempio virtuoso di partnenariato pubblico-privato” ha detto Stefano Lo Russo.

Cosa prevede il piano

Per tutelare il patrimonio urbano – 21,4 milioni di metri quadri di suolo pubblico e 1435 km di rete viaria – verranno aperti, negli 11 lotti di intervento in cui è stata suddivisa la città, 140 cantieri che lavoreranno per 18 mesi per riqualificare e mettere in sicurezza il suolo urbano.

Il digital Twin

L’intervento adotta un approccio tecnologico all’avanguardia, sfruttando una piattaforma digitale intelligente che consente di monitorare lo stato del suolo mediante strumenti automatizzati.

 Questa tecnologia crea un gemello digitale (Digital Twin) della città, che permette di analizzare il degrado attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, e di pianificare gli interventi necessari in base ai risultati ottenuti.

La mappatura dei dissesti verrà costantemente aggiornata grazie alle segnalazioni di cittadini, tecnici comunali e polizia municipale, facilitando così l’individuazione delle aree su cui intervenire.

Con l’impiego di queste tecnologie, Torino diventa un “vero e proprio laboratorio di innovazione urbana” a livello internazionale, perché l’elaborazione digitale delle informazioni è volta al miglioramento della vita quotidiana dei cittadini.

Il cambiamento climatico

“Un dato significativo è quello del cambiamento climatico: gli eventi meteorici sono ormai davvero intensi, sono cambiati molto e dobbiamo quindi adeguare lo spazio pubblico in tal senso intervenendo non su singoli fenomeni di dissesto, ma su interi tratti stradali della città” ha aggiunto Lo Russo.

Una volta esperite le gare di appalto tra settembre e ottobre, i lavori inizieranno a novembre, procedendo in maniera parallela nei diversi lotti di intervento fino a maggio 2027.

Altri progetti

“La Fondazione ha una doppia strategia: di interventi minuti – da 20 anni abbiamo il bando per i piccoli Comuni, quelli cioè sotto i 3mila abitanti – e di interventi su grandi progetti, come per esempio le Officine Grandi Riparazioni, che adesso è uno spazio dedicato ad arte, creatività e innovazione, e a settembre sveleremo altri interventi, anche nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, sempre in linea con la filosofia che caratterizza la nostra Fondazione e nella condivisione di strategia e di visione con il Comune di Torino” ha concluso Poggi.

Foto (Città di Torino)