‘This is for Everyone’, che raccoglie la storia del progetto originale dell’inventore del web Tim Berners-Lee, ci insegna che siamo ancora in tempo per “ridare potere agli individui e riprenderci il web”.
A 34 anni, in una stanza del CERN (l’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare) dove all’epoca lavorava, Tim Berners-Lee ebbe l’idea di unire due tecnologie informatiche – internet e ipertesto – per creare un sistema universale di collegamenti tra documenti.
Berners-Lee racconta – nel suo nuovo libro ‘This is For Everyone’ – che era convinto che la possibilità di navigare in rete facilmente avrebbe messo le persone nella condizione di esprimere il proprio potenziale creativo e di collaborare su scala globale.
“Se potevi metterci qualsiasi cosa, allora col tempo ci sarebbe stato tutto”, ricorda di aver pensato lo scienziato.
Dunque per contenere tutto, tutti avrebbero dovuto poterlo usare e quindi era necessario che fosse gratuito.
Lo studioso riuscì poi a superare le resistenze dei dirigenti del CERN, ottenendo il via libera per lo sviluppo del progetto. E nel 1993 convinse l’istituto a rendere pubblica la proprietà intellettuale del World Wide Web: “Abbiamo regalato il web a tutti”.
Un’idea nata per la condivisione
Berners-Lee voleva che la rete fosse uno spazio libero, accessibile e collaborativo.
“Per contenere tutto, tutti avrebbero dovuto poterlo usare” spiega lo scienziato, e quindi il web doveva essere gratuito: “Non potevo anche chiedere che la gente pagasse per ogni ricerca o caricamento”.
Pertanto la gratuità era una condizione necessaria per il funzionamento stesso del sistema pensato per connettere chiunque.
“Non siamo più i clienti, ma il prodotto”
Oggi, l’inventore del web osserva con preoccupazione ciò che è diventato il suo progetto originario.
“Vediamo grandi piattaforme che raccolgono dati privati per condividerli con intermediari commerciali o governi repressivi. Su molte piattaforme non siamo più i clienti, ma il prodotto.”
L’economia della sorveglianza, aggiunge, ha trasformato l’uso della rete in una forma di dipendenza, con algoritmi “dannosi per la salute mentale degli adolescenti” e contenuti che “minano la coesione sociale”.
Restituire il controllo ai cittadini digitali
Oggi i dati biologici dello smartwatch, i dati finanziari della carta di credito sono tutti salvati in posti separati e in un solo formato perché l’utente non vi acceda.
A questo Berners-Lee propone un modello alternativo: Solid, uno standard open source sviluppato al MIT, che permette agli utenti di custodire e gestire i propri dati.
Le app che utilizzano Solid devono chiedere esplicitamente il consenso dell’utente: “I tuoi dati non sono sparsi ovunque, ma in un unico posto, controllato da te”.
Dall’errore dei social all’incognita dell’IA
Tra il web 1.0 e i social media del web 2.0, dice Berners-Lee, “abbiamo preso la strada sbagliata”.
I legislatori si sono mossi con un decennio di ritardo nei confronti dei solcial media e ora la sfida si ripresenta con l’intelligenza artificiale.
“Il momento di decidere il modello di governance per l’IA era ieri”, ammonisce. Nel 2017 lo scienziato propose l’idea di un’IA etica, “Charlie”, che lavora per la persona come un medico o un avvocato, vincolata da leggi e codici di condotta.
“Dai social media abbiamo imparato che il potere resta nelle mani dei monopoli che controllano e sfruttano i dati personali. Non possiamo permettere che accada lo stesso con l’IA.”
Serve un nuovo CERN per l’IA
Berners-Lee ricorda che il web nacque in una stanza del CERN, un’istituzione pubblica nata dal desiderio di collaborazione internazionale dopo la seconda guerra mondiale.
“È difficile immaginare una grande azienda tecnologica disposta a condividere il web senza alcun ritorno economico”, afferma. Per questo propone la creazione di un organismo non profit, simile al CERN, per guidare la ricerca e la governance globale dell’intelligenza artificiale.
“Non è troppo tardi”
“Ho regalato il World Wide Web al mondo perché pensavo che avrebbe potuto funzionare solo se avesse funzionato per tutti. Oggi credo che questo sia ancora più vero.”
Secondo Berners-Lee, serve volontà politica per riportare la rete alla sua missione originaria: uno spazio di collaborazione, creatività e compassione.
“Possiamo ridare potere agli individui e riprenderci il web. Non è troppo tardi.”
Foto (Ansa): Tim Berners-Lee