L’aria che tira sui giornali. E la star “pop” si prende le prime pagine dei giornali

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Ma sì che non può non fare impressione anche al più annoiato e disincantato lettore lo spazio che oggi i quotidiani dedicano all’intervento – 70 minuti di fuoco e fiamme – con cui Giorgia Meloni ha concluso il meeting di Atreyu, un infiorato susseguirsi di eventi che, con accorta regia, intendevano celebrare il prestigio e i consensi ottenuti dal primo governo di destra che dal dopoguerra abbia avuto l’Italia.

E tutti a ripassarsi anche sui cellulari l’inedito filmino di una leader che, per capacità, senso politico e lungimiranza -inneggia il quotidiano “Libero” – non ha mai avuto eguali in questo paese, quasi un’elegia tipo “The Patriot” che ha eccitato e commosso fino alle lacrime la festante platea dei convenuti.

E anche i quotidiani tipo Corriere, Repubblica , Stampa e altri, da sempre “refrattari” a questi ingombranti rigurgiti della destra, non lesinano “virgolettati” all’esposizione, a tratti anche rabbiosa, della diva del giorno che conta di portare a casa come capolista il 30% dei voti alle prossime elezioni europee. Anche se Lei dalla tribuna, tra un sorso d’acqua e l’altro succhiato direttamente dalla bottiglia, non ha poi detto un gran che sui risultati – meno tasse e altro – che il governo aveva promesso di realizzare, a causa di un debito pubblico che la sinistra “ha sciaguratamente ingolfato con ecobonus, reddito di cittadinanza e altro”.

Per poi però lanciare un inaspettato ma micidiale siluro all’influencer Ferragni – e chi non la conosce? – colpevole di aver sponsorizzato un pandoro natalizio facendo credere che fosse per beneficenza, per ingigantire i suoi già lauti guadagni, un “tocco” di qualunquismo che la folla dei convenuti ha accolto con grida e festanti applausi. Non c’è dubbio però che, a parte certe sbavature, la Meloni abbia portato a casa, sotto le ingombranti e prestigiose mura di Castel Sant’Angelo, un successo con i fiocchi su cui la sinistra di Elly Schlein farebbe bene a riflettere. Primo perché la diva “pop” ha mostrato di saper tenere bene banco sui giornali ma anche su chissà quanti elettori e secondo, perché, nei contatti con i leader del mondo, in Europa ma anche altrove, ha saputo sfoderare qualità non comuni a livello politico e diplomatico.

Con un’ultima chiosa da non trascurare: ha fatto bene Elly Schlein a declinare all’ultimo l’invito che per lei, in un simile consesso di caporioni del mondo, tipo il miliardario Musk e altri, si sarebbe forse rivelata solo una vistosa trappola.

Come lo potrà essere quella di sottovalutare, come in parte sta accadendo, una leadership meloniana ormai ben vista in quasi tutti i salotti di destra ma anche di sinistra che, in Europa, contano.