Nella lettera contestazioni anche per gli interventi non tempestivi sulle segnalazioni di contenuti illegali.
La disinformazione in circolo sui social, sul conflitto in Israele, allarma l’Ue. Il commissario al mercato unico Thierry Breton ha inviato due missive – prima a X e poi a Meta – chiedendo alle piattaforme di intervenire per arginare la diffusione di questi confenuti, ed esortando Elon Musk e Mark Zuckerberg a contattare entro 24 ore le autorità competenti per rispondere alle contestazioni.
Con il rischio per entrambi, in caso di “non conformità” con le norme Ue, di incorrere in “sanzioni”.
La lettera a X
Nelle ultime settimane le autorità comunitarie avevano già puntato il dito contro il social, tacciandolo in generale di essere tra i principali veicoli di fake news, come successo alla presentazione del rapporto sugli impegni sul Codice di condotta contro la disinformazione. Ma questa volta l’intervento è mirato.
Ma l’iniziativa, rimarca Ansa, è legata sicuramente anche alle immagini estremamente violente sulle azioni condotte dai terroristi di Hamas diffuse con l’obiettivo di aumentare l’insicurezza e il disorientamento degli israeliani e dell’opinione pubblica occidentale.
Secondo quanto riportato dalla agenzia France Press, nella lettera inviata a Musk, Breton ha scritto che “dopo gli attacchi terroristici condotti da Hamas contro Israele” a Bruxelles si dispone “di indicazioni sull’utilizzo della vostra piattaforma per la diffusione di contenuti illegali e di disinformazione nell’Ue”.
Nei giorni scorsi, infatti, sono state diverse segnalazioni riguardo informazioni errate sul conflitto, circolate su X. Come nel caso di Nbc News che ha citato diversi account verificati hanno pubblicato notizie false su Joe Biden e una fantomatica sovvenzione militare a Israele.
In particolare la Commissione europea contesta alla piattaforma di Musk di non aver agito tempestivamente e con responsabilità alle segnalazioni sui contenuti illegali come dovrebbe essere fatto quando questo è giustificato dalle circostanze.
Una responsabilità ancora più incombente dopo l’entrata in vigore del Digital service act (Dsa) e degli obblighi che la direttiva Ue prevede per i gestori delle piattaforme in merito ai contenuti che vengono diffusi attraverso si loro.
Dare prova di responsabilità e trasparenza, ha scritto ancora Breton a Musk, è particolarmente importante in presenza di contenuti violenti e terroristici.
Contestazioni a Meta
Nella stessa direzione si muove la lettera inviata a Zuckerberg, con il commissario francese che ha messo in luce “una serie di gravi sviluppi recenti” sulla disinformazione online, ricordando “gli obblighi precisi in materia di moderazione dei contenuti” previsti dal Digital Services Act (Dsa).
Il commissario Ue ha chiesto anche di agire per contrastare la disinformazione in ambito elettorale, invitandolo a informare “senza indugio” il suo team “sui dettagli delle misure adottate per mitigare i deepfake anche alla luce delle prossime elezioni in Polonia, Paesi Bassi, Lituania, Belgio, Croazia, Romania e Austria e al Parlamento europeo”.
La replica di Musk
La replica di Musk non si è fatta attendere. “La nostra politica è che tutto sia open source e trasparente, un approccio che so l’Ue sostiene. Vi preghiamo di elencare le violazioni su X, cui si allude, in modo che il pubblico possa vederle”, ha scritto ottenendo una controreplica di Breton.
“Siete ben consapevoli delle segnalazioni dei vostri utenti e delle autorità sui contenuti falsi e sull’esaltazione della violenza. Sta a voi dimostrare che mantenete le parola. Il mio team rimane a disposizione per garantire la conformità al Dsa (Digital service act, ndr), che l’Ue continuerà a far rispettare rigorosamente”.
La replica di Meta
Tramite un portavoce, Meta ha fatto sapere di avere istituito subito dopo gli attacchi “un centro operativo dedicato composto da esperti, incluse persone che parlano la lingua ebraica e araba, per monitorare attentamente e in tempo reale questa situazione in rapida evoluzione”.
“I nostri team stanno lavorando senza sosta per mantenere le nostre piattaforme sicure, intervenire sui contenuti che violano le nostre policy o le leggi locali e coordinarsi con fact-checker di terze parti nella regione del conflitto per limitare la diffusione di disinformazione”, ha aggiunto, citato da Ansa. “Porteremo avanti questo lavoro nel corso del conflitto”.
Breton molla Twitter/X
Senza aspettare risposte di Musk, dopo la lettera di richiamo, il commissario Breton prepararsi un’alternativa, iscrivendosi al social alternativo Bluesky.
“Buongiorno! Anche se l’erba del vicino non è (sempre) più verde, il cielo a volte è… più blu. Teniamoci in contatto!”, ha scritto su X, condividendo l’immagine del proprio profilo sulla piattaforma concorrente.