Scanvino: assicurato un futuro solido alla testata. Per Gedi si completa il processo di concentrazione sui quotidiani nazionali.
Le voci che davano il futuro del Secolo XIX fuori dalla galassia del Gruppo Gedi hanno trovato conferma ufficiale. Con una nota l’editrice ha comunicato di aver raggiunto con il Gruppo Msc un’intesa preliminare per la cessione della testata ligura “a una società interamente controllata dal Gruppo” della famiglia Aponte (nella foto, a destra Gianluigi Aponte).
Nell’operazione sono incluse anche le attività digitali e di raccolta pubblicitaria relative al Secolo XIX, nonché quattro testate ad esso collegate quali The MediTelegraph, L’Avvisatore Marittimo, Il Giornale del Ponente Ligure e TTM – Tecnologie Trasporti Mare.
Per le parti, iniziano ora “negoziazioni in esclusiva per consentire lo svolgimento della due diligence e, parallelamente, procederanno alla predisposizione e discussione dei documenti contrattuali che disciplineranno l’operazione”.
“Gli accordi relativi all’operazione, in caso di buon esito delle trattative, diverranno definitivi al soddisfacimento delle usuali condizioni sospensive per operazioni di questa natura e delle procedure previste dalle vigenti disposizioni”.

Scanavino (ad Gedi): focus sui quotidiani nazionali
“L’operazione annunciata oggi mira a assicurare un solido futuro a una testata importante come Il Secolo XIX”, ha detto a proposito dell’intesa l’ad Gedi, Maurizio Scanavino (nella foto, a sinistra).
“Il Gruppo Msc saprà accompagnarne l’evoluzione in questa nuova fase della sua storia, dando vita a una collaborazione con Gedi che riflette affinità e valori condivisi di due importanti famiglie imprenditoriali italiane”.
“Con questa cessione, ha continuato, Gedi completerà sostanzialmente il processo iniziato alcuni anni fa che l’ha visto concentrarsi sui quotidiani nazionali.
Muovendo dalla leadership che ha conquistato in diversi segmenti di mercato, Gedi punterà ora su due obiettivi prioritari: cogliere tutte le potenzialità della transizione digitale in corso, nel pieno rispetto dell’identità delle sue testate la Repubblica e La Stampa, e al contempo sviluppare nuove iniziative e progetti di intrattenimento, che originano dalla qualità delle nostre tre radio (Deejay, Capital e m2o), per costruire una media company digitale forte, innovativa e dinamica”.
Cdr e Fnsi: tutelare i lavoratori
L’annuncio dell’intesa è stata commentata a stretto giro dal Cdr del Secolo XIX e dalla Fnsi.
In attesa degli sviluppi dell’operazione, il cda ha fatto sapere di essersi già attivato “per mettere in campo tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dei posti di lavoro e delle attuali condizioni contrattuali a tutela dell’autonomia della testata e della qualità dell’informazione”.
Dalla Federazione Nazionale della Stampa arriva la promessa di “seguire con attenzione le vicende che riguardano il giornale di Genova”. “Come ci ha abituato Gedi, dopo la smentita preventiva arriva la notizia di cessione”, ha scritto in una nota Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
“Negli oltre 140 anni di storia del Secolo XIX gli editori del giornale sono sempre stati ‘grandi editori’, interessati allo sviluppo dell’informazione e alla tutela del quotidiano. Ci auguriamo, ha aggiunto, che anche in questo caso il nuovo editore si inserisca nella tradizione del giornale genovese”.
“Se così non sarà, la Fnsi non farà sconto alcuno per proteggere i livelli occupazionali e retributivi”, ha concluso.
Il Cdr di Repubblica
Sull’operazione si sono espressi anche i Cdr di Repubblica e La Stampa, le due testate che l’ad Scanavino ha citato come focus del riassetto di Gedi, dopo la cessione dei quotidiani locali.
“Come volevasi dimostrare: Gedi e il gruppo Msc hanno comunicato di aver raggiunto un’intesa per la cessione del quotidiano Il Secolo XIX”, hanno scritto da Largo Fochetti, non senza punte polemiche.
“Il progetto di dismissione di quello che è stato il più importante gruppo editoriale italiano, per numero di lettori e testate, continua. Il Cdr di Repubblica -nell’esprimere solidarietà ai colleghi de Il Secolo XIX – non può non ricordare come un anno fa i vertici di Gedi si erano affrettati a smentire ulteriori cessioni di
testate”.
“L’azienda ora sostiene di essere arrivata alla fine di un percorso che ha visto compagni di strada prendere altre destinazioni, dal Centro di Pescara ai quotidiani del nord Est, al Tirreno di Livorno. Le nostre preoccupazioni ora riguardano il futuro. Perché finora a fronte della volontà di tagli e riduzione del perimetro non abbiamo visto altrettanta determinazione per costruire quel gruppo multimediale di cui tanto si parla ma poco si vede”.
“Un grande gruppo editoriale è stato di fatto smantellato, un pezzo alla volta, e questo stillicidio di voci, illazioni e poi vendite è estenuante e non permette a nessuno di concentrarsi sul futuro”, hanno aggiunto. “Non abbiamo più fiducia nelle rassicurazioni di questo management e di questa azienda, che nei fatti continua la strada dei tagli e del disimpegno, non avendo a cuore la nostra missione quotidiana, cioè il giornalismo”.
Il Cdr dell Stampa
Dure le parole usate dal Cdr della Stampa. “L’annuncio da parte di Gedi della firma di un preliminare di intesa col gruppo Msc per la cessione del Secolo XIX conferma la perdita totale di credibilità dell’editore”, hanno scritto, ricordando come “solamente la scorsa settimana, pur a fronte delle voci sempre più ricorrenti e a domanda diretta, aveva negato ai rappresentanti della redazione l’esistenza di ogni trattativa, smentendo anche azioni o sollecitazioni volte alla ricerca di possibili acquirenti”.
“Non è la prima volta che nel volgere di pochi giorni si concretizza quanto Gedi smentisce. È una vergogna, un atteggiamento inaccettabile, non rispettoso della redazione e dei rapporti col Comitato di redazione che dovrebbero essere sempre improntati alla massima correttezza e trasparenza”.
“Per il Cdr de La Stampa, che esprime tutta la sua solidarietà ai colleghi liguri, la cessione de Il Secolo XIX
apre ora un serissimo problema rispetto al piano di prepensionamenti e di riorganizzazione in atto a La Stampa. Ovviamente questo piano va ora rivisto radicalmente dal momento che la nostra presenza sul territorio ligure è garantita da un hub condiviso con una testata che ora viene ceduta.
Per recuperare la nostra fiducia, a questo punto, l’editore dovrà dimostrare con atti concreti, e mezzi aggiuntivi rispetto ai piani attuali, la volontà di mantenere la presenza de La Stampa nelle sue storiche province di diffusione liguri come peraltro ci è stato garantito nell’ultimo incontro e per questa ragione richiediamo un incontro urgente con l’amministratore delegato del gruppo Gedi Maurizio Scanavino riservandoci la possibilità di attuare le forme di protesta che riterremo opportune.
Da qui la decisione di dichiarare lo “lo stato di agitazione” e di bloccare “qualunque iniziativa editoriale extra quotidiano fino a quando non saranno ristabilite corrette relazioni sindacali”.
“Apprezziamo la volontà espressa da Gedi di voler valorizzare La Stampa come testata nazionale nell’ambito delle strategie di Ged, ma promesse generiche non ci bastano più. Servono fatti concreti e comunicazioni più trasparenti e più tempestive”, hanno aggiunto. “Serve soprattutto un piano industriale ed editoriale che individui risorse umane, professionali e finanziarie in grado di realizzare concretamente il “progetto di media-company digitale forte, innovativa e dinamica” annunciato oggi dall’ad Scanavino e per mantenere intatto il perimetro territoriale del quotidiano. Fatti, insomma, non chiacchiere”.