E’ l’Italia il paese più imbavagliato d’Europa. Appello sul diritto all’informazione

Condividi

L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di querele temerarie contro giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Secondo il Report Case 2024 (Coalition Against Slapps in Europe), infatti, il nostro paese ha registrato ben 26 casi di slapp (Strategic Lawsuits Against Public Participation), precedendo la Romania (15), la Serbia e la Turchia (entrambe con 10) e ponendo l’Italia al centro del dibattito sul diritto all’informazione.

Stando ai dati raccolti tra il 2010 e il 2023, giornalisti e reporter sono i principali bersagli di queste azioni legali messe in atto da governi, multinazionali, pubblici ufficiali per intimidire e far tacere chi li critica su temi di interesse pubblico, principalmente da parte di  imprenditori e politici, con percentuali che superano per il 2023 rispettivamente il 45% e il 35%.

L’appello per una riforma urgente

In occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione del 9 dicembre, Amnesty International Italia, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e The Good Lobby hanno organizzato a Roma per Case Italia, sezione italiana costituitasi nel 2021, “Liberi di esprimersi, liberi di informarsi”, dibattito volto a sensibilizzare l’opinione pubblica, raccogliere proposte di intervento e promuovere una trasposizione efficace della Direttiva UE anti-slapp, secondo le Raccomandazioni Ue e del Consiglio d’Europa.

Nel corso dell’incontro Case Italia ha lanciato l’appello pubblico pubblico “Liberi di esprimersi, liberi di informarsi” sul diritto all’informazione e ha presentato la versione italiana della guida “Come prevenire le Slapp e farsi aiutare quando è troppo tardi”.

“Le slapp sono un attacco diretto alla democrazia e alla libertà di espressione ed è urgente che l’Italia si adegui agli standard internazionali, adottando misure per proteggere chi denuncia abusi e fa corretta informazione” ha dichiarato Federico Arghelè direttore di The Good Lobby, organizzazione non profit impegnata a promuovere campagne sociali.

Foto: Federico Arghelè, direttore di The Good Lobby