Elon Musk (Foto LaPreesse)

Monito Ue a Musk: non usi X per fini impropri durante le elezioni

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Musk resta sempre un tema d’attualità. Anche se l’Ue per ora resta più diplomatica, il voto in Germania e le sparate social del miliardario mettono in allarme le capitali europee. Berlino, Parigi e Londra lo criticano più o meno apertamente. Mentre in Italia le opposizioni chiedono chiarimenti per il possibile accordo con Space X

Mentre si avvicina il voto in Germania – con Elon Musk che si è apertamente schierato con l’estrema destra di Alternative für Deutschland – l’Europa inizia a ribellarsi alle ingerenze politiche del miliardario su X.
Ad alzare la voce hanno iniziato Berlino, Parigi e Londra, mentre l’Unione Europea si sta muovendo chiedendo all’imprenditore di agire “entro i limiti legali” e di non utilizzare la piattaforma “in modo improprio”.

Primi ministri e presidenti replicano a Musk

A proposito delle elezioni tedesche, annunciando la data delle consultazioni, il presidente Frank-Walter Steinmeier aveva chiamato in causa Musk definendo l’influenza esterna dei social “un pericolo per la democrazia”.
Un avvertimento non troppo preso in considerazione da Musk, o almeno così parrebbe, visto che nei prossimi giorni potrebbe intervistare la leader di Afd Alice Weidel.

Più recentemente Emmanuel Macron, nel corso del suo discorso agli ambasciatori francesi, pur senza nominarlo, ha bollato Musk come il capo di una “nuova internazionale reazionaria”.
“Dieci anni fa – ha detto – se ci avessero detto che il proprietario di uno dei principali social network al mondo sarebbe intervenuto direttamente nelle elezioni, comprese quelle in Germania, chi lo avrebbe immaginato?”.

Per ora di attacchi troppo diretti a Macron non ce ne sono stati, al contrario di quanto accaduto al premier britannico Keir Starmer. Musk lo ha accusato di “complicità” negli abusi sessuali ‘storici’ compiuti su bambine e ragazze da gang di pedofili d’origine asiatica in Inghilterra.
“Basta diffondere bugie e disinformazione”, ha dichiarato Starmer. Poi è stato nuovamente attaccato su X con la definizione di “uomo totalmente spregevole”.

Il Dsa per l’Europa

In tutto questo, l’Ue ha a disposizione il Digital Service Act (Dsa), proprio per difendersi dalle Big Tech. Fortemente voluto dall’ex commissario Thierry Breton – non certo noto per le sue buone relazioni con Musk -, il provvedimento prevedendo multe fino al 6% del fatturato in caso di violazioni.

Musk, in sostanza, è libero di commentare “come vuole” la politica europea. Alla Commissione più che altro interessa come si comporta X con il suo algoritmo. Perchè, aveva commentato un portavoce, le piattaforme online di grandi dimensioni “devono analizzare e mitigare i rischi potenziali in diversi ambiti, compresi i processi elettorali e il discorso civico”.

E il caso dello streaming con Weidel ne è esemplificativo. Nessun giudizio sull’incontro, per non “alimentare il dibattito”, ma è chiaro che l’incontro – come detto nei giorni scorsi sempre da un portavoce Ue – “potrebbe benissimo diventare parte dell’indagine in corso su X”.

In Italia opposizioni in allerta

Anche se non per questioni elettorali, il tema Musk resta sempre molto attuale pure in Italia. A scaldarlo nelle scorse ore è stata l’indiscrezione di Bloomberg su discussioni avanzate con Space X per fornire servizi di tlc sicuri, con un contratto quinquennale da 1,5 miliardi.

Palazzo Chigi ha smentito ufficialmente la firma di un contratto, confermando solo ‘normali approfondimenti’ con società che si occupano di questi dossier e negando anche che se ne sia parlato nel viaggio di Giorgia Meloni da Donald Trump.
L’opposizione resta sul piede di guerra confermando l’intenzione di voler avere maggior dettagli sulla vicenda, con l’invito alla premier di presentarsi in Parlamento per dare spiegazioni.

Dal canto suo Musk ha commentato con un “sarà fantastico. Anche altri Paesi in Europa chiederanno di usufruirne”, le parole che il vicepremier Matteo Salvini ha speso a favore di un possibile accordo con Space X.